09
Mag

Uniti ma separati. Accorgimenti per la solidità strutturale.

Il buono stato di salute di un edificio, ancor di più, il giudizio sulla qualità con cui esso è stato costruito viene comunemente valutato dai non addetti lavori dalla presenza o meno di fessurazioni sul suo involucro esterno.

La “casa senza crepe” è oramai un sogno più  che radicalizzato ed è indice di adeguata attenzione nella fase progettuale così come della giusta perizia nell’esecuzione e nella scelta dei materiali.

Spesso però ci si dimentica di due principi fondamentali: il terreno su cui poggiano gli edifici non è immobile, e non ci riferiamo ad eccezionali eventi sismici, bensì a piccoli ma continuiassestamenti che la struttura stessa del manufatto attua con il proprio peso sul terreno su cui insiste e sui piccoli movimenti che negli anni si attuano, anche impercettibilmente, dal punto di vista geologico.

Inoltre nessun materiale di muratura comunemente utilizzato (né il laterizio né tantomeno il cemento armato) possiede elevate proprietà di elasticità: anzi proprio la monoliticità di tali materiali, che ne rappresenta la qualità migliore in termini di resistenza meccanica, va a scapito della tipologia di risposta che essi sanno fornire in seguito a sollecitazioni esterne. 
Allo stesso modo praticamente tutti i materiali utilizzati per le opere di finitura (  legno, alluminio, vetro, ceramiche e così via) forniscono un determinato tipo di risposta in termini di dilatazioni alle escursioni termiche stagionali e giornaliere.

Appurato quindi che delle piccole fessurazioni in qualsiasi edificio in muratura, sono pressochè inevitabili, ed anzi molto spesso sono la dimostrazione di un avvenuto assestamento strutturale, che tutto è tranne che dannoso all’edificio stesso, l’obiettivo fondamentale resta certamente quello di limitare tali dissesti agli strati superficiali del manufatto, quelli cioè più facilmente riparabili e che non ne compromettono la solidità  strutturale.

In quest’ottica ricopre un ruolo importantissimo la tecnologia dei giunti strutturali o di dilatazione che consentono all’edificio di “assecondare” i piccoli movimenti ed assestamenti esterni, così come le dilatazioni termiche, senza andare a indebolire le prestazioni dei materiali che lo compongono.

I giunti di dilatazione intervengono sostanzialmente in due fasi:- I giunti di tipo strutturale salvaguardano l’anima portante dell’edificio; la loro importanza è proporzionale alla semplicità di attuazione; molto spesso, infatti, è sufficiente suddividere un complesso edificio in porzioni autonome come se si trattasse di edifici indipendenti, che risulteranno quindi accostati tra di loro (a distanze cariabili nell’ordine di qualche centimetro).

Interrompendo la solidità strutturale del calcestruzzo e dei relativi fermi di armatura, si vanno a creare degli elementi autonomi che sfruttano lo spazio lasciato fra di loro per assecondare le oscillazioni esterne, evitando così che le parti entrino in collisione.

Si tratta sostanzialmente di una “fessurazione guidata” in cui la lama d’aria tra le due porzioni di edificio rappresenta la crepa che si verrebbe a formare nel caso in cui questo non rappresentasse soluzioni di continuità.

All’interno di questo spazio è consuetudine interporre delle buone proprietà elastiche come il polistirene o materiale di natura gommosa.- I giunti di dilatazione di tipo generico invece, salvaguardano gli elementi di finitura di un edificio e sono particolarmente delicati in quanto essere posizionati esattamente in corrispondenza di quelli di tipo strutturale e creati in ciascuno strato materiale che viene ad essi sovrapposto: dalle guaine impermeabilizzanti (il punto più critico e pericoloso per la salubrità della casa!) fino alle pavimentazioni, ai serramenti ed ai rivestimenti di facciata, siano essi di natura cementizia o di altro genere. 
Le conseguenze che si hanno in caso di mancata o cattiva esecuzione di tali giunti, sono le più evidenti:  anche solo la dimenticanza di uno di essi su di uno strato materiale che costituisce ad esempio un pacchetto di facciata o una muratura perimetrale, può avere risultati devastanti come ampie fessurazioni o un rapido deterioramento delle pellicole protettive più esterne dell’involucro edilizio, soprattutto quando questi sono costituiti da elementi  a basso modulo elastico (intonaci cementizi, facciate strutturali, ecc)

Ultima annotazione: è buona prassi proteggere sempre i giunti di dilatazione con profilati metallici o sigillanti siliconici, in quanto essi costituiscono un punto particolarmente delicato per le infiltrazioni d’acqua, nonchèper migliorarne la resa dal punto di vista estetico.