
Superbonus e gestione finanziaria della commessa
È ormai un dato di fatto come l’arrivo del Superbonus, da due anni a questa parte, abbia colpito il settore delle costruzioni italiano alla stregua di uno tsunami. Non tanto per il concetto di incentivo, che già da molti anni sotto diverse forme era presente nel panorama edile delle ristrutturazioni (Bonus Casa), dell’arredo (Bonus Mobili) e altro. E nemmeno nella declinazione Ecobonus/Sismabonus, già introdotti con il Decreto Crescita 2019, ma rimasti sostanzialmente inapplicabili a causa dell’impossibilità di tramutare il credito d’imposta in liquidità effettiva da parte delle imprese esecutrici.
La leva che ha generato l’attuale enorme traino per tutto il settore, al di là dell’incremento smisurato delle aliquote proposte in detrazione (quel 110% figlio sicuramente di uno slancio “emozionale” della nostra classe politica in piena bufera-Covid) è stata indubbiamente la possibilità di cedere il credito d’imposta a soggetti terzi diversi dalle imprese esecutrici stesse, che ha reso così veramente applicabile il meccanismo dello sconto in fattura, fino a quel momento previsto ma praticamente mai divenuto operativo nel precedente Ecobonus/Sismabonus al 65%.
I risvolti finanziari del Superbonus sulle commesse
Se da un lato questo è stato il meccanismo che ha rimesso in moto un settore stagnante da oltre un decennio, a causa dell’evidente insufficienza di potere di spesa da parte dell’utente finale di fronte ai costi medi di ristrutturazione degli immobili, dall’altra ha incrementato in maniera significativa l’importanza del lato finanziario nella gestione delle commesse edili, che prima di quel momento ricopriva un ruolo rilevante soprattutto nell’ambito del real estate.
A fronte di un aspetto esecutivo sostanzialmente invariato, in cui le tipologie di lavorazioni non sono state oggetto di particolari stravolgimenti o innovazioni, se non forse soltanto per ciò che riguarda l’incremento significativo nell’impiego di materiali superisolanti a basso spessore, che prima d’ora avevano occupato una fetta marginale di mercato e che oggi sono sempre più ricercati soprattutto per quelle situazioni in cui l’efficientamento energetico dell’involucro mal si sposa con eccessive modifiche dell’aspetto esteriore delle facciate di un edificio, lo stesso non si può dire del lato finanziario.
Oggi, per un’impresa di costruzioni media che decida di operare nell’ambito dello sconto in fattura o anche semplicemente nel panorama degli attuali incentivi fiscali come semplice esecutrice, la contrattualistica e le fatturazioni hanno visto un notevole incremento nella loro complessità: per ogni commessa mediamente si hanno 2 o 3 contratti d’appalto separati (opere al 110, opere al 50, opere extra incentivo), con relativi canali di fatturazione diversi, diciture specifiche da dover indicare e modalità di riscossione del credito differenti.
Trasformare il credito Superbonus in liquidità
Se poi si decide di accettare il ritiro del credito d’imposta generato dal proprio Cliente, ecco che entra in gioco tutto il meccanismo necessario a tramutare tale credito in reale liquidità, che dopo essere passato al vaglio delle asseverazioni tecniche e fiscali inizia il proprio procedimento per essere visibile sul cassetto fiscale dell’Azienda e divenire effettivamente cedibile al terzo intermediario. I tempi di attesa e le condizioni economiche di “costo del denaro” che si generano in questi procedimenti diventano allora determinanti per definire, a fine commessa, la reale marginalità operativa di un lavoro effettuato che non dipende più solo principalmente dalla propria bravura esecutiva ed organizzativa, ma può essere in gran parte erosa dall’iter finanziario che permette all’impresa di tramutare il credito fiscale in liquidità corrente.
Partner e strutture interne per le commesse Superbonus
La considerazione che ne deriva è che questo sistema di incentivi così rilevanti ha accelerato una profonda trasformazione nel contesto delle imprese di costruzione: a fianco della Direzione Tecnica e dell’Ufficio Acquisti, è reale la necessità di strutturarsi con un soggetto interno che sia in grado di curare e comprendere a fondo gli aspetti finanziari di gestione della commessa, così come è fondamentale stabilire partnership continuative con società di consulenza fiscale e finanziaria che affianchino l’impresa sin dalle fasi preparatorie della commessa stessa. Saper individuare il giusto canale finanziario, essere in grado di fornire un servizio in più alla propria Clientela nell’accompagnamento attraverso il mondo dei bonus può fare davvero la differenza per se stessi e nei confronti dei propri concorrenti.
Tutto ciò ha un costo, ma è un aspetto che chi vuole operare in questo ambito con uno sguardo al futuro e non solo alle contingenze del momento non può sottovalutare, anche perché gli permetterà di ritrovarsi una carta in più da giocare nel mercato edilizio post-incentivi.
Articolo tratto da TeamSystem.com (a cura di Matteo Cazzaniga)